I fiori di bach

Il Dottor Edward Bach, medico inglese vissuto tra la fine dell'800 e i primi del '900, è stato lo scopritore del metodo floriterapeutico che da lui prende il nome, i Fiori di Bach, per l'appunto. Il presupposto di partenza origina dalla visione molto spiritualista che aveva dell'essere umano e di conseguenza della vita. Pur essendo cristiano credeva nella reincarnazione, anche se non lo scrisse mai in modo esplicito. Lo si deduce in modo chiaro ed inequivocabile da una sua frase che non lascia spazio a dubbi: “la nostra vita è uno o massimo due giorni di scuola nel percorso di apprendimento dell'anima”. Dato che i giorni di scuola sono ben più di uno o due, se ne deduce che per poter concludere il ciclo scolastico, una vita non basta davvero. Poiché credeva, alla maniera degli alchimisti, nella natura tripartita dell'uomo composto da soma (corpo), spirito (oggi diremmo psiche) e anima, ed essendo i primi due mortali e l'anima l'unica immortale, riteneva anche che nessuna cura è tale se non riesce a rivolgersi all'anima prima che al corpo. Addirittura, pensava che la malattia non fosse altro che la manifestazione di una deviazione delle componenti mortali dal percorso di apprendimento che l'anima necessita, e di conseguenza, la guarigione dipenda dall'armonizzazione tra ciò che facciamo in vita e ciò a cui l'anima aspira. Questo fu per lui il catalizzatore che lo portò alla scoperta dei Fiori di Bach.

Nessun metodo di cura, secondo Bach, è degno di questo nome se non riesce a raggiungere questo obiettivo. A tal proposito, si nota un'altra similitudine tra il pensiero degli alchimisti e quello del dottor Bach, poiché Paracelso stesso ha avuto modo di scrivere che il medico che non sa curare anche l'anima del paziente non potrà mai essere un buon medico né potrà curare.

 

Il suo lavoro di ricerca sui fiori inizia nel 1928 e la prima fase si concluse nel 1932, quando scoprì i primi 12 rimedi, da lui chiamati “Guaritori”, quelli che più di tutti si prendono cura dell'anima (Rock rose, Mimulus, Cerato, Scleranthus, Gentian, Water violet, Impatiens, Agrimony, Chicory, Vervain, Clematis, Centaury). Dal '34 al '35 scopre i sette “Aiutanti”, rimedi che altri hanno definito “catalizzatori”, aventi sopratutto la funzione di agevolare il compito dei guaritori affinando la prescrizione in funzione della personalità e/o dello stato d'animo del paziente essendo in grado si sciogliere blocchi e cristallizzazioni sia di natura conscia che inconscia: non dimentichiamo che Bach era medico e pertanto i suoi assistiti li considerava a pieno titolo pazienti. I sette aiutanti sono: Gorse, Heather, Oak, Olive, Rock water, Vine e Wild oat.

 

 

Fine della prima parte