Dolori alle ossa: cosa fare
Molte persone, alle volte anche in giovane età, soffrono di dolori alle articolazioni, sia si tratti di artrosi che artrite. Tuttavia, anche se le parti dolenti sono le stesse, il problema è di natura diversa e diverse sono le soluzioni che la natura ci offre. Cominciamo dall'artrite: si tratta di un fenomeno infiammatorio, spesso accompagnato da gonfiore e non solo dolore, che colpisce piccole e grandi articolazioni indifferentemente. La pianta officinale più usata come lenitiva è l'Harpagophytum procubens, noto come artiglio del diavolo, che riduce l'infiammazione e di conseguenza il dolore. Vengono anche utilizzate piante officinali ricche di derivati dell'acido salicilico, come la Spirea ulmaria (sin. Filipendula ulmaria) e la corteccia di Salix alba (salice bianco), solitamente ben tollerate a livello gastrico. Queste ultima sono particolarmente efficaci nelle forme dette reumatoidi, che traggono anche grande giovamento dall'uso di una Boswellia, sia la serrata che la carterii, specie nel medio lungo periodo (riducono la tendenza alla recidiva). Di grande beneficio poi è l'abbinamento con alcuni gemmoderivati, Alnus glutinosa, Ribes nigrum e Vitis vinifera (nelle forme adulte), oppure Abies pectinata (nelle forme giovanili).
Per quel che riguarda l'artrosi, il problema è differente, essendo ad andamento cronico e non acuto come l'artrite. Di nuovo, in caso di dolore, l'artiglio del diavolo può dare una grossa mano; tuttavia non sempre l'artrosi è dolente, anzi spesso non lo è e ci si accorge di averla in seguito ad indagini diagnostiche di altro tipo. Quindi, quel che aiuta veramente è cercare di rallentare o bloccare il processo degenerativo che sta alla base della malattia. Di grande utilità è la polvere o l'estratto secco di Equisetum arvense (equiseto o coda cavallina), associato ai gemmoderivati di Tamarix gallica e Ampelopsis veitchii. Possono essere anche di aiuto integratori a base di cartilagine, solitamente cartilagine di squalo o krill, o di glucosamina.
Paolo Ospici
