Una ricetta dalla storia: l'aceto dei quattro ladri

Questa ricetta ha una storia piuttosto antica. Si narra infatti che durante una delle pestilenze che afflissero tutta l'Europa (probabilmente quella del 1630), in Francia, specificatamente nel sud (Marsiglia o Tolone secondo le versioni), un gruppo di ladri si aggirasse per le vie depredando cadaveri ed appestati senza venirne contagiati. Quando furono finalmente arrestati, si narra che fosse stata loro offerta la grazia in cambio del segreto che li rendeva immuni alla peste. Non è chiaro in realtà in che consistesse questa grazia, secondo alcune versioni fu loro concesso di avere una morte veloce anziché lenta e dolorosa, secondo altre versioni ebbero salva la vita. In ogni caso la formula fu svelata e nel 1748 entrò ufficialmente a far parte della farmacopea ufficiale francese.

Esiste in realtà anche un'altra versione della stessa storia, che differisce in maniera significativa da quella sopra riportata e che racconta che i ladri fossero già stati arrestati da prima dello scoppio della pestilenza e che fossero stati condannati a seppellire i morti (facile immaginare che con la peste in corso non lo volesse fare nessuno), e che si bagnassero il corpo con questo aceto per proteggersi, con successo, dal contagio.

Si tratta di una preparazione molto semplice, fatta con i seguenti ingredienti: rosmarino, salvia, assenzio, lavanda, menta, calamo, cannella, chiodi di garofano, canfora, noce moscata, aglio e ruta. Esistono anche formule più semplici di questa o addirittura più complesse ma alcuni ingredienti sono comuni a tutte le versioni. Si mettono le erbe a macerare in aceto di vino bianco, ma se avete quello di vino rosso può andare bene lo stesso, per una settimana nella proporzione di circa 100 grammi per litro di aceto. Dopodiché si filtra e l'aceto dei 4 ladri è pronto per l'utilizzo. Si può usare per igienizzare le mani oppure il corpo strofinandone piccole quantità direttamente sulla cute. In realtà potrebbe essere utilizzato anche per altri scopi incluso per massaggi sulla parte interessata in caso di dolori articolari oppure, strofinato sul petto, per aiutare ad asciugare i muchi in caso di tosse con abbondante catarro.

Paolo Ospici