Mirra (Commiphora myrrha)



Narra la leggenda che al tempo degli dèi e delle ninfe, Cipro era governata da Cinira, re saggio e giusto, la cui moglie diede alla luce una bambina, Mirra. La piccola crebbee diventò adulta in grazia e bellezza ed era talmente tanto l'amore che la madre nutriva per lei che un giorno affermò che elle fosse più bella della stessa dèa Afrodite.



Ingelosita dalla sfrontatezza delle sue parole, la dèa decise di vendicarsi e fece sì che la giovane Mirra si innamorasse del suo stesso padre. La ragazza, presa dalla maledizione, si introdusse nel letto del padre e col favore del buio lo amò per dodici notti. Solo alla fine della dodicesima notte il re decise di accendere una fiaccola e con orrore si accorse di aver giaciuto con la sua stessa figlia. In preda all'ira, inseguì Mirra fuori dal palazzo con l'intento di ucciderla e fu allora che Afrodite, mossa acompassione dal pianto della giovane, decise di salvarla e la tramutò in un albero: l'albero della Mirra.


Non bastò questo a consolare la poveretta e dall'albero cominciarono a scorrere lacrime dal sapore amaro, rimpianto del crudele destino a lei riservato. Dopo nove mesi però la corteccia dell'albero si squarciò e venne alla luce un bambino forte e bellissimo, Adone. Fu allora che le lacrime che la pianta produceva assunsero un profumo sublime ed incantevole, proprio come incantevole era un tempo la bella Mirra.



Pianta solare dal sapore amaro, aromatico e astringente la mirra è catalogata come calda e secca dalla dottrina umorale ma era conosciuta già dagli antichi egizi sin dal III millennio a.C. Si tratta di una gommoresina da sempre utilizzata, insieme ad altri aromi, a fini rituali. È simbolo di sensualità ed erotismo femminile, grazie all'effetto afrodisiaco suscitato dal suo profumo, e veniva usata, oltre che nelle fumigazioni, anche nelle pratiche igieniche e mediche.



Balsami e unguenti a base di mirra erano utilizzati, infatti, per le pratiche di mummificazione, non a caso ancora oggi possono essere indicati per il trattamento di ferite, grazie all'alto potere cicatrizzante, antinfiammatorio e antibatterico di questa resina. In virtù proprio di queste caratteristiche, la sua tintura può essere impiegata anche per il mantenimento dell'igiene e della salute del cavo orale nonché come coadiuvante il trattamento di affezioni polmonari, intestinali e gastriche, nella quantità di 50-60 gocce 2-3 volte al dì.



Uno rimedio splendido che si può trovare in estratto idroalcolico e sotto forma di grani, polvere, e anche come olio essenziale per praticare le fumigazioni ambientali di pulizia, meditazione e profumazione.



(Le indicazioni sopra riportate non presentano in alcun caso natura prescrittiva o terapeutica.

Consultare sempre preventivamente il medico in caso di malessere o malattia.)”


Roberta Donati